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Chiudiamo con il passato…di verdura

by Col Cavolo

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Oggi piatto strano.
Più che strano, diciamo “artistico”.
Sarà per “colpa” della mia formazione scolastica ed accademica, ma mi piace disegnare diversi tipi di impiattamenti immaginando una ricetta ad hoc.
E mi piace disegnare diversi tipi di impiattamenti senza avere la minima idea del piatto che uscirà, perchè mi muovo “a blocchi” e non ad ingredienti.
Così è successo per questo piatto.
E per il prossimo.
Mi sono messa a disegnare diversi tipi di impiattamenti diversi, molto diversi tra loro, senza immaginare cosa avrei infilato realmente nel piatto alla fine.
Dai colori utilizzati poi ho fatto nascere pian piano la ricetta.
Certo, non è come l’ho disegnato, ma sono abituata a cambiare in corsa, soprattutto per un impiattamento “spontaneo” come questo.
Vi propongo la creazione studiata grazie al contest di Taste&More dedicato appunto alla bellezza che si sposa con la bontà del piatto.
Intanto incrociate le dita e sperate che esca bene la seconda sperimentazione!

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Chiudiamo con il passato…di verdura

Ingredienti:
2 carote
cannella in polvere (la punta di un cucchiaino)
6 bietole da costa (solo le foglie)
qualche grano di pepe di sìSichuan
4 foglie di cavolo cappuccio rosso
250ml di brodo di verdure
1 vasetto di panna acida
sale
olio evo
semi di sesamo nero

Preparazione:
Innanzitutto lessate tutte le verdure, separatamente, finchè diventano morbide.
Nelle carote aggiungete la cannella e frullatele fino ad ottenere una purea.
Regolate la consistenza con il brodo di verdure e mettete da parte.
Frullate le foglie (buttate in acqua e ghiaccio appena tolte dall’acqua bollente) con il pepe di Sichuan pestato.
Regolate anche queste con il brodo e mettetele da parte.
Frullate anche il cavolo cappuccio, regolando sempre la consistenza con il brodo e mettete da parte.
Passate al setaccio, separatamente, tutte le puree.
Fate cadere un po’ di purea di carote su un piatto, quindi fate lo stesso con la purea di bietole.
Passando al setaccio il cavolo cappuccio, invece, ricavate solo l’acqua colorata.
Fatene cadere delle gocce sul piatto.
In una ciotolina mescolate la panna acida con il sale, l’olio e qualche seme di sesamo nero.
Trasferite la panna in una sac a poche e formate dei ciuffetti sul piatto.
Completate con il sesamo nero e servite.

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Il progetto su carta era così
impiattamento Chiudiamo con il passato

Con questa ricetta partecipo al contest Buono&Bello della rivista Taste&More

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Se rifai qualche mia ricetta, taggala su intagram con @col_ph o #colcavolo

7 commenti

Michela - Menta e Rosmarino 18 Marzo 2015 - 11:38

Ciao Nicol, ti ringraziamo per avere partecipato al nostro contest con questo “quadro” 🙂

Ti inseriamo in elenco e…in bocca al lupo!

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Col Cavolo 18 Marzo 2015 - 17:49

Ciao Michela, grazie a voi!!
A presto 🙂

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Luciana 20 Marzo 2015 - 16:18

Il piatto sarà anche carino, ma come si mangia? Faccio la scarpetta (poco elegante) o lecco direttamente il piatto (direttamente dal porcile, intendo)? E di quanti microgrammi si compone la porzione?
Io credo che l’impiattamento non debba essere fine a se stesso, ma avere come protagonista il cibo. Un modo diverso e allettante di presentare il cibo, valorizzandolo.
Qui, scusami se te lo dico, non si valorizza proprio niente: il consumatore finale si trova con mezzo cucchiaio di verdure che deve raccogliere qui e là per il piatto (le macchie azzurrine sono addirittura asciutte).
Se al ristorante ordinassi un passato di verdure e mi presentassero questo, glielo rimanderei indietro.
Scusa la sincerità.

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Col Cavolo 20 Marzo 2015 - 20:15

Ciao Luciana, sono sempre aperta al confronto, quindi accetto le critiche.
Non accetto peró la definizione di “porcile” in quanto credo che di base debba esistere il rispetto altrui.
Questo piatto è stato pensato come una portata “da chiusura” per gli antipasti e non proprio come primo piatto classico.
Poi certo, un menu degustazione da un certo Massimo Bottura costa circa 160€ e se ci viene presentato un pezzo di parmigiano (anche se è trasformato in 5 prodotti diversi) o una crostatina “caduta al contrario e rotta”, allora il consumatore è disposto ad aprire il portafogli e si sente anche in dovere di osannare i piatti.
Grazie per il tuo commento!
“De gustibus…”

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Luciana 20 Marzo 2015 - 23:45

Mi sono espressa male e me ne scuso. Avendo chiesto se si mangiava con la poco elegante scarpetta oppure leccando direttamente il piatto, mi è venuto in mente per associazione di idee che quello è un comportamento da porcile, altro che fare scarpetta.
Però continuo a non capire come si mangia, e se è inteso come antipasto, ammetterai che il passato di verdura come antipasto è quanto meno insolito. Per me ha poco senso.
Poi io da Bottura non ci vado perché tra le altre cose non me lo posso permettere, ma ti assicuro che se mi presentasse la crostatina spatasciata sul piatto non lo osannerei di certo.
Torno sul fatto che il protagonista dell’impiattamento è il cibo, se no tutto si riduce a un vuoto esercizio di stile, fine a se stesso e che non dà gioia ai commensali.
Si mangia anche con gli occhi, come dice l’adagio, ma prima di tutto si mangia con la bocca. E qui non c’è proprio niente da mangiare.

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tiziana 23 Marzo 2015 - 23:22

sembra proprio la tavolozza di un pittore!! molto originale complimenti!!! grazie per aver partecipato

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Col Cavolo 24 Marzo 2015 - 17:32

Grazie mille Tiziana! 😀
A presto

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